Le
vetrate artistiche sono oggi prevalentemente associate ad
opere decorative importanti inserite in edifici religiosi
o nei grandi atri pubblici di fine '800.
Nell' hotellerie sono numerosi gli esempi del loro utilizzo
in celebri alberghi della Belle Epoque come, tra gli altri,
l'Hotel Hermitage di Monte Carlo del 1890, il Beau-Rivage
Palace Hotel di Lausanne - Ouchy del 1908, il Palace Hotel
di San Francisco del 1865.
L'utilizzo delle vetrate artistiche negli spazi pubblici delle
strutture ricettive è infatti in grado di creare effetti
di grande importanza comunicativa, nonché di suscitare
emozioni cromatiche e compositive grazie ai risultati garantiti
dall'unione del vetro, del colore e della luce.
La composizione artistica su vetro permette, in particolare,
di stimolare emozioni sensoriali diverse da quelle sollecitate
da opere dipinte in affresco o su supporti opachi (tela e
legno) in quanto la stessa trasparenza naturale del vetro
è capace di creare piani visivi con profondità
differenti di percezione e di far assumere ai colori tonalità
e sfumature diverse, al variare dell'intensità, delle
caratteristiche e dell'angolatura d'incidenza della fonte
luminosa.
Già all'epoca dei Romani, così, venivano realizzati
pannelli in vetro per finestre prodotti con la tecnica del
soffiaggio. Ma è solo a partire dall'Alto Medio Evo,
nell'Impero d'Oriente, che si vedono i primi esempi di vetrate
artistiche per le finestre e le cupole delle Basiliche. La
tecnica del telaio a piombo, che permette l'utilizzo di tale
materiale su grandi superfici, risale, in particolare, all'ottavo
secolo dopo Cristo. E' però soprattutto nelle vetrate
delle cattedrali e delle abbazie gotiche del XII secolo che
il linguaggio figurativo delle grandi vetrate raggiunge la
massima espressione, come è ancora oggi possibile ammirare,
per esempio, a Chartes e St. Denis, in Francia.
Dopo gli splendori dell'età di mezzo, con l'Art Nouveau,
diffusa in architettura a cavallo tra il diciannovesimo ed
il ventesimo secolo, si apre una nuova stagione per le vetrate
artistiche. Esse sono, tra l'altro, introdotte anche nell'arredamento
e nella realizzazione di oggetti, in particolare grazie alle
creazioni di Louis Comfort Tiffany (1848-1933), che inventa
nuovi accostamenti cromatici utilizzando il vetro opalescente.
Oggi le tecniche principali per la realizzazione delle vetrate
artistiche sono quelle della legatura a piombo e della pittura
a gran fuoco. La prima, riconducibile proprio all'età
medioevale prevede di legare i vetri, opportunamente composti
a mosaico, utilizzando una trafila di piombo con sezione ad
H, successivamente saldata nelle giunture e stuccata con un'amalgama
in grado di conferire elasticità all'insieme.
La seconda, invece, è usata nelle vetrate dipinte,
dove alcuni particolari pittorici fatti di sfumature e chiaroscuri
non sono ottenibili con il semplice mosaico. Sono, per esempio,
ottenuti con questa tecnica gli effetti sorprendenti di alcune
raffigurazioni a carattere sacro.
Nella mia attività di progettista alberghiero, in particolare,
la vetrata artistica mi ha permesso di caratterizzare gli
ambienti soprattutto nei casi in cui ho avuto la necessità
di creare effetti decorativi a soffitto e a parete, dove luce
e colore erano un'esigenza determinante.
L'incontro con un Maestro d'Arte Vetraria come Alessandro
Grassi mi ha permesso, poi, di conoscere e perfezionare ulteriormente
le tecniche più adatte alla produzione di vetrate artistiche.
Dott.
Arch. Vittorio Pedrotti
13
marzo 2009
Bibliografia:
- Laura Grassi, Storia delle vetrate francesi dal Medio Evo
fino al XIX secolo e metodologie di restauro, Tesi di Laurea,
Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura, AA
1996-97.
- Per Valldepérez, Arte, tecniche e restauro della
vetrata, Il Castello, 2002